Gustus 2019
Grandi vini dei Colli Berici si mettono alla prova

Da due anni Gustus, ormai storica manifestazione autunnale di promozione dei vini e della gastronomia dei Colli Berici, ha lasciato i palazzi storici del centro storico della città del Palladio, spostandosi a Ponte di Barbarano. Siamo nel cuore della Doc Colli Berici, per ritrovare le origini di quello che oggi è il vitigno a bacca rossa più identitario per questa Doc: il Tai Rosso.

Un bel porticato e un’ampia sala ha ospitato un pubblico numeroso che poteva incontrare 21 cantine della Doc e Le Buone Tavole dei Berici, iniziativa di alcuni ristoratori della zona per promuovere la conoscenza della gastronomia legata al territorio e alle tradizioni di quest’area ricca di storia anche culinaria.

Gustus 2019 a Ponte di Barbarano

Gustus ha rilanciato la sua mission di valorizzare l’immagine dei Colli Berici per ridurre il gap di polarità rispetto alle vicine Doc della Valpolicella e del Soave e conquistare un riconoscimento adeguato alla qualità del prodotto anche lontano dai confini provinciali e regionali.

Nell’edizione appena conclusa il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza ha così voluto misurarsi con grandi etichette del vecchio e del nuovo mondo nella degustazione “Taglio alla cieca: i Colli Berici tra i grandi del mondo”, condotta da Gianni Fabrizio e Nicola Frasson della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso, e presentata dal Direttore del Consorzio Giovanni Ponchia.
Una masterclass molto interessante che ha messo a confronto quattro etichette di storiche cantine della Doc Colli Berici con quattro vini internazionali (Spagna, California, Francia oltre che un’eccellenza italiana come Bolgheri).
Il confronto si è giocato anche sul prezzo di vendita delle bottiglie in degustazione, per evidenziare un aspetto commerciale non trascurabile, ovvero che vere eccellenze della Doc Colli Berici si possono acquistare a prezzi decisamente inferiori a più blasonati competitor, pur rivelandosi decisamente all’altezza nel bicchiere.

Gustus - masterclass tra vini DOC dei Colli Berici e internazionali

Qual'è stato l'esito di questo coraggioso confronto? Pur nella diversità dei singoli prodotti, la nota comune emersa dalla degustazione è stata la capacità distintiva dei vini selezionati per la Doc Colli Berici e Vicenza di presentarsi con ricchezza di corpo, a volte muscolare, e di frutto, sostenuti da una salinità favorita dai terreni di origine sedimentaria marina e ricchi di scheletro. Il tutto armonizzato da un buon equilibrio e da una grande piacevolezza.

Ma veniamo al dettaglio dei singoli confronti, che hanno coinvolto otto vini: i primi due accoppiamenti si sono giocati su prodotti mono vitigno, Garnacha spagnola e Tai rosso (che è la varietà locale della Grenache) per la prima coppia e un vitigno internazionale, il Merlot, per la seconda. Gli ultimi quattro vini invece sono stati selezionati tra blend di diversi vitigni ammessi nei rispettivi disciplinari. 

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I Vini in degustazione:

Grenache:

L’azienda spagnola ha meritato in passato i 100 punti di Robert Palmer, ma nel confronto è sembrato più centrato il Tai rosso di Cavazza con le caratteristiche note di piccolo frutto rosso elegantemente sostenute da una piacevole sapidità. Anche il confronto tra prezzi è decisamente favorevole a Cavazza, sotto i 20€ contro i circa 50€ per la garnacha di Bodegas Alto Moncayo.

Merlot:

Duckhorn in Napa Valley è sinonimo di Merlot, si tratta di una delle aziende storiche per questa regione, e il prezzo a bottiglia si aggira sui 55$. Il confronto tra Merlot è sembrato più equilibrato del precedente, ma il Fra’ i Broli di Piovene Porto Godi, anche in questo caso decisamente più economico del concorrente californiano, si fa apprezzare per un bel corpo sostenuto da una spiccata acidità.

I Blend:

Il Colli Berici DOC rosso di Casa Defrà è un blend Merlot Cabernet, quindi riferito ancora al vecchio disciplinare che non imponeva l'uso anche del Tai rosso: non particolarmente carico di colore è risultato elegante e morbido. Decisamente più carico nel colore il Bolgheri, comunque morbido e fruttato pur con un tannino più presente. Leggermente più alto il prezzo del Bolgheri, intorno ai 20€, contro i 15€ della bottiglia di Casa Defrà.
Al rosso "Terra dei Rovi" di Dal Maso il compito di precedere la bottiglia più prestigiosa, anche nel prezzo, dell’intera degustazione: il "Saint-Emilion" Premier Grand Cru Classè di Chateau Figeac, vino di nobili origini da oltre 150 euro a bottiglia. Più che elegante, raffinato, assolutamente non muscolare, il vino francese è molto persistente in bocca sostenuto dalla sua acidità.

Decisamente più ricco di corpo il Dal Maso, estremamente intrigante al naso, elegante, armonico tra frutto e speziatura, trae il meglio dai quattro vitigni a bacca rossa con cui è prodotto: Colli Berici: Cabernet Sauvignon, Carmenére, Merlot e Tai Rosso. Il prezzo si aggira sui 25€ a bottiglia, decisamente più abbordabili.

Masterclass Taglio alla cieca coi i vini DOC Colli Berici

Tornando alla sala di degustazione aperta al pubblico, oltre alle etichette che per la presenza in degustazione hanno già trovato testimonianza della loco eccellenza, ci fa piacere citare alcuni incontri, con nuove e vecchie conoscenze.

PUNTOZERO (https://www.puntozerowine.it/), azienda di Lonigo, presentava i suoi vini rossi ottenuti tutti da uve sottoposte ad un appassimento in cassette di circa 20 giorni. In degustazione un Tai, un Carmenere, uno Syrah e un Merlot, tutti in purezza e con affinamento in barrique di rovere, di secondo o terzo passaggio per i primi due, nuove per Syrah e Merlot. Evidente la ricerca, ben riuscita, di morbidezza, ben equilibrati i terziari dovuti all’affinamento in legno che per lo Syrah raggiunge i 24 mesi, molto intrigante quest’ultimo con una bella esaltazione delle note speziate caratteristiche del vitigno.

In generale l’idea che ne abbiamo tratto è che tutta la linea di PuntoZero voglia trarre il meglio della concentrazione e della maturazione che i Colli Berici garantiscono in ogni annata ai vitigni internazionali che qui hanno trovato un terroir ideale, oltre all’autoctono Tai, ricercando una propria identità che vada oltre il territorio.

Da sottolineare che l’azienda può vantare il marchio Biodiversity Friend, attestato che certifica la qualità dell’aria e della terra secondo parametri molto rigorosi a garanzia della biodiversità riscontrabile nei terreni dove nasce il prodotto. Inoltre, presto il loro vino sarà certificato come Vegan wine.


Il marchio Biodiversity Friend accomuna anche la seconda azienda che abbiamo ritrovato con piacere: si tratta de LA PRIA, di Alonte (http://www.lapria.it/).

Per prima ha creduto nella possibilità di produrre del Prosecco dalla forte personalità grazie alla salinità e mineralità del terreno, in terre dove il vitigno storico a bacca bianca è la garganega e dove molti hanno puntato soprattutto sui vini rossi. L’azienda produce anche vini fermi e può raccontare una bellissima storia di recupero di un edificio storico, che è stato ricco di sorprese, e grazie al quale oggi punta molto anche sull’accoglienza.
Ne avevamo già scritto qualche anno fa:
https://www.itinerarinelgusto.it/blog/un-prosecco-sorprendente-nei-colli-berici-l-azienda-la-pria-0057
ma non mancano le novità per cui valga certamente la pena di programmare una visita alla cantina.


Il tema delle “bollicine” ci conduce alla terza azienda, che conosciamo da anni per la qualità dei loro vini a metodo classico, ma che è stato un piacere ritrovare dopo qualche tempo. Si tratta di CA' ROVERE, anch’essa di Alonte (https://www.carovere.it/).

Delle novità sul prodotto, e alcune sorprese che vanno oltre il vino e che raccontano di luoghi con caratteristiche uniche che si ritrovano nei sentori minerali e nella bella acidità che conferiscono struttura e persistenza a questi spumanti, invitano anche in questo caso a programmare una visita in cantina. L’ambizione dell’azienda è quella di crearsi uno spazio non subalterno ai marchi più riconosciuti per il metodo classico italiano (Franciacorta, Trento Doc, Oltrepo’ Pavese), conquistando anche la ristorazione di alto livello e i mercati più esclusivi. L’evoluzione più recente degli spumanti Ca’ Rovere, a base di Garganega e Chardonnay, va verso un prodotto più secco fino al dosaggio zero, più autenticamente espressione dei vitigni e del terreno da cui nasce.

Frutto di lunghi affinamenti sui lieviti (24 mesi per il Blanc de Blanc, 48 per il Nature, 60 mesi per il Brut), è certamente un metodo classico che vale la pena di conoscere e che ha poco o nulla da invidiare a molte etichette delle sopra citate Doc e Docg che godono di maggior visibilità e considerazione.
Ca' Rovere


Una citazione infine meritano LE BUONE TAVOLE DEI BERICI non solo per la piacevolezza della piccola proposta culinaria in degustazione a Gustus, ma soprattutto per l’impegno profuso per la valorizzazione dei prodotti e della cucina dei Berici.
Il prossimo appuntamento è per il 21 di Novembre alla Trattoria Albergo Isetta quando protagonisti saranno l’uovo e la gallina:
http://www.lebuonetavoledeiberici.it/category/eventi/

A.G. - 15-10-2019