Turismo e paesaggio • Piemonte
Foliage DiVino, l'autunno a colori in Monferrato

foliage Monferrato

Quando il foliage è… orizzontale, tra paesaggio vitato e infernot Patrimonio Unesco, ancora più divertente se appollaiati sulle big bench, tra i filari del Gaviese terra dell’omonimo vitigno, sui tralci del passito dell’Alto Monferrato acquese o sui Colli tortonesi sulle tracce di Pellizza da Volpedo. Proposte in auto, a piedi o in bicicletta per fuori porta multicolor d’autunno.

Chi l’ha detto che foliage è solo sinonimo di camminate col naso all’insù? Ce ne è uno orizzontale, per cosi dire, quello che esplode - in Monferrato e in tutta la provincia di Alessandria - tra i vigneti che, se ormai hanno culminato il loro lavoro con la ricca vendemmia, danno ancora emozioni, tra ottobre e novembre, con lo spettacolo dei colori delle foglie che dal verde virano a splendide tonalità di rossi e ruggine. I Colli Tortonesi, il Gaviese, l’Alto Monferrato ovadese e acquese, il Monferrato casalese …ogni angolo della provincia è meta perfetta per esplorazioni lente a caccia del mix di colori più suggestivo. Alcune proposte di scollinamenti alla ricerca del fil rouge dei filari?

Le colline Unesco del Monferrato casalese

Una delle proposte di flaneries d’ autunno a caccia di colori è quella sulle colline Patrimonio Unesco che hanno ottenuto questo riconoscimento nel 2014 proprio per il connubio speciale tra paesaggio vitato e gli imperdibili infernot, le specule vinarie sotterranee scavate per sottrazione nella pietra da cantone spesso impropriamente detto tufo per la somiglianza del colore). Facile e divertente individuare il giallo delle uve a bacca bianca: Cortese, Sauvignon, Chardonnay, così come il rosso delle più numerose uve a bacca rossa: in primis Barbera e Freisa. A sorprendere sono le uve del Grignolino, vino fortemente identitario di questo territorio, vino rosso…eppure le sue foglie in autunno non diventano rosse, ma gialle, come nelle uve bianche, confermando la scarsa dotazione di antociani di questa varietà (i pigmenti rossi). E che emozione se questa esplosione di colori la si osserva appollaiati sulle big bench le panchine giganti, nate proprio per godere del paesaggio vitato, sentendosi piccoli come bambini, col cui occhio incantato ci si perde nel paesaggio. Ognuno scelga la propria modalità di perlustrazione!

In auto: Un bel percorso ad anello, in auto o in moto, è quello dalla Valle Ghenza, a pochi km da Casale Capitale del Monferrato, sulla strada panoramica detta della Mandoletta, coi borghi di Rosignano Monferrato il cui paesaggio vitato era soggetto preferito nelle opere di Angelo Morbelli, grande pittore divisionista, che qui ebbe la sua casa di campagna (qui una big bench), Sala Monferrato ( qui una Big Bench), Vignale, il cui toponimo da solo è indicativo delle caratteristiche vitate (qui una Big Bench). E se si ha ancora un pò di tempo, si scollina e si raggiunge il piccolo borgo di Lu, con la sua big bench a presidio dei bric e foss ( il mare di colline) a 360 gradi, in una suggestiva strada da percorrere a piedi, che collega il borgo a quello di Cuccaro. Piccola digressione da Rosignano prima di andare a Vignale: imperdibili i borghi di Cella Monte ( borghi più belli d’Italia e sede dell’ecomuseo della pietra da cantone, quella che ha reso famosi gli infernot), Moleto ( con bosco interno verso Ottiglio dai colori spettacolari) e Olivola…entrambi borghi incastonati sui bricchi e dal candore bianco della pietra da Cantone. A piedi Per gli appassionati del cammino un percorso a piedi suggestivo è quello di Sala monferrato : è il percorso 740 (segnavia CAI rosso/bianco/rosso) titolato “Sala tra santi e vigne”, un itinerario ad anello di 9 km che passa proprio nel punto in cui vi è la panchina gigante, posta vicino alla bella chiesa barocca di San Grato. E’ un percorso aperto e altamente panoramico che si snoda in gran parte tra le vigne, per godere delle infinite sfumature di colori delle vigne. E in bicicletta! (Rosignano Monferrato - Cella Monte-Sala Monferrato) Il percorso bike "Unesco" parte dal punto più alto di Rosignano Monferrato, dalla chiesa della Madonna delle Grazie vicino alla famosa Big Bench del paese e giunti nella parte bassa del borgo si svolta a destra in direzione di Cella tra le viee delle caratteristiche case in pietra da cantone a fare da cornice alla pedalata fino in cima al paese con il bellissimo scorcio panoramico sul paese di Rosignano. I due paesi infatti sono il tipico esempio dei bric e foss, ovvero il saliscendi di colline in vima alle quali si erge un borgo. E seguendo il percorso in direzione di Sala Monferrato, è tutto un susseguirsi di colline e vigneti che si inseguono fino all'orizzonte "contornato" dalla catena delle Alpi Marittime, sino alla bellissima big bench poco dopo il cimitero e vicino alla suggestiva chiesa seicentesca di San Grato, circondata da vigneti. Si prosegue in direzione di Ottiglio dove poco prima di entrare nella parte bassa del paese seguendo le indicazioni del sentiero "valle dei Frati" si raggiunge la piccola frazione di Cella Monte chiamata Coppi, dove si trova la chiesetta campestre di Sant'Anna posta alla cima della collina da cui, di nuovo, i mirabili panorami del Patrimonio Unesco e a divertente! ( foto A. Sgarito per Alexala)

vigna coi matitoni colorati

La panchina gigante Giallo Moscato a Strevi

Proseguendo sul comune denominatore delle panchine giganti unite ai vigneti, in un attimo ci si trova nell’alto Monferrato acquese girovagando alla ricerca della big bench di Strevi. Ribattezzata anche “dell’amicizia”, si trova in mezzo a vigneti bellissimi che producono vini passiti pregiati (e per questo il suo colore è giallo) e anche qui lo spettacolo è assicurato, specialmente sulla vigna «Scrapona» dal dialetto “arrampicata”.

panchina gigante Giallo Moscato

Nel Gaviese, tra forti e Cortese

Un fantastico foliage tra i vigneti, ancora una volta dal volante dell’auto o dal sellino della bicicletta (e in parte anche a piedi, in camminate slow) sulle colline ove regna a incontrastato il Cortese. nell’ anno ad esso dedicato dalla regione Piemonte - insieme al Dolcetto). L'itinerario parte da Piazza Dante a Gavi, bellissimo borgo (bandiera arancione del Touring) sovrastato dall'antico forte militare, simbolo del paese. Siamo a ridosso dell'appennino ligure-piemontese e le sue colline sono famose per la produzione dell’ omonimo vino e per le numerose cantine presenti nell'area. Scendendo per Via Voltaggio si prende la SP 170 in direzione di Bosio e dopo circa 4,6 km si svolta a sinistra in strada Val Pagani, alla sommità della quale (5,8 km) ecco la "Big Bench" di Bosio da cui un suggestivo scorcio panoramico sulle vigne di Cortese e Dolcetto. Si scende a destra verso il paese di Parodi Ligure e, dopo aver attraversato la frazione di Cadimassa eCadepiaggio piccola sosta obbligata al Monastero di San Remigio dalla storia ultramillenaria. Lasciato il monastero e proseguendo lungo la SP 168 , si raggiunge il paese di San Cristoforo il cui centro storico è impreziosito dalla presenza di un bellissimo castello circondato da un piccolo parco. Lasciato il centro del paese, si prosegue in direzione Capriata d'Orba (SP 177) per poi svolgere subito a destra verso Via Rondanino e percorrere Strada delle Parodine, una lunga strada bianca panoramica di circa 5 km circondata a destra e sinistra da meravigliosi filari di vigne. Al termine della strada bianca si scenderà a destra verso Francavilla Bisio lungo la SP 178 e subito dopo il ponte,(da questo punto si ha un notevole colpo d'occhio sul Castello dello stesso paese) si proseguirà lungo la strada comunale fino al paese di Tassarolo). Il percorso ad anello volge quasi al termine e sarà semplice raggiungere nuovamente il bellissimo centro storico di Gavi seguendo la segnaletica ordinaria,proseguendo prima lungo la SP 159 ed percorrendo la SP 158 sempre circondati dalle meravigliose colline del Gavi e del Dolcetto". Digressione culturale piena di soprese? Il sito archeologico di Libarna, con i resti della antica città romana.( www.libarna.al.it)... leggi il resto dell'articolo»

autunno in Monferrato

Pennellate di colore d’ artista sui colli tortonesi, tra boschi e vigneti di Volpedo dipinti da Pellizza

Il sentiero della La Montà di Bogino è una proposta perfetta per passeggiata slow (cinque km e mezzo, per un paio di ore di camminata) o per una escursione in bike. Punto di partenza Volpedo (“borghi più belli d’Italia)”, borgo dalla antica storia, testimoniata dalla incantevole pieve che sorge ai margini del centro abitato, che da sola vale la visita. Ma è anche e soprattutto il luogo del pittore Giuseppe Pellizza, famoso per il Quarto Stato, a cui l’Associazione “Pellizza da Volpedo”, nell’ambito di un progetto di valorizzazione dei luoghi legati alla vita e alle opere del pittore (se avete tempo, non perdetevi lo studio, a pochi passi dalla pieve, rimasto intatto nelle penombre e atmosfere in cui i maestro creava), ha realizzato il Comprensorio Escursionistico “I Percorsi Pellizziani”, che si snoda sul territorio dei comuni di Volpedo, Monleale, Montemarzino e Berzano di Tortona e comprende diversi sentieri tra cui il sentiero 150 “La Montà di Bogino”. Sul tracciato diversi pannelli illustrativi riportano riproduzioni di alcune opere dell’artista, collocate nei punti esatti dove furono realizzate. Il percorso parte dalla piazzetta Quarto Stato e tra le vie del paese giunge al bivio per Pozzol Groppo, per poi svoltare a destra e lasciate le ultime abitazioni, si raggiunge su strada campestre, la “Montà di Bogino”, una breve rampa in salita raffigurata da Pellizza in una delle sue opere, e che dà il nome al sentiero. Al termine della salita il percorso segue la stradina sterrata che piega sulla destra snodandosi tra i vigneti e offre splendide vedute panoramiche sulle colline circostanti, con il castello di Nazzano che domina la Valle Staffora. Giunto nei pressi della frazione Cà Barbieri il sentiero svolta a destra, seguendo la strada campestre dalla quale è ben visibile il Monte Brienzone o Poggio di Volpedo, il punto più elevato del territorio. Il percorso aggira la località Cascinetta e, al termine della recinzione di una abitazione, lascia l’asfalto e svolta a destra su una strada campestre che con un ampio tornante conduce alla abbandonata cascina Boffalora, nei cui pressi sorge una quercia di imponenti dimensioni. Superata la cascina, il sentiero scende repentinamente di quota attraversando un’area boscata e sbuca su una strada asfaltata dove gira a sinistra: oltrepassati i campi coltivati il percorso arriva alla periferia del paese dove, nei pressi delle scuole, si riaggancia all’itinerario dell’andata per tornare alla piazzetta del Quarto Stato; (foto: Vigneti a Pozzol Groppo di P Casanova )