A Chiareggio - per il XXI° anno - la Valmalenco festeggia la transumanza con prodotti tipici, attività e...un importante ritorno, un convegno organizzato da UNIMONT - Università della Montagna.
Dopo un'estate all’insegna del passaporto "In giro per Alpeggi", l’iniziativa promossa dal Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco, come ogni settembre, a Chiareggio - in Valmalenco - ai piedi del passo del Muretto, la leggera fragranza dei fiori alpestri lascia spazio ai profumi più intensi dell’autunno.
E’ in questo periodo che malgari e pastori danno inizio al rientro del bestiame dagli alpeggi. La via principale di Chiareggio si anima di gente in attesa delle mucche che, spinte dalle grida dei “Bacan”, raggiungono l’ultima tappa della loro lunga marcia iniziata in vetta nelle prime ore del giorno.
È proprio in questo momento che il duro lavoro diventa festa. Ed ecco allora che il ritorno della "Festa dell’Alpeggio" il 18 e 19 settembre prossimo, giunta alla sua XXI°edizione dopo lo stop dell’anno scorso, si propone di avvicinare i visitatori alla vita rurale e ai suoi protagonisti, facendoli partecipare attivamente per i due giorni a quello che la tradizione alpina tramanda da secoli, incontrando ambienti naturali e culture tanto diverse quanto ricche e curiose.
I pranzi, le cene e tutte le attività in programma riproporranno gli originali passaggi della tradizione; preparati sapientemente dalle mani attente dei depositari di una cultura tramandata da secoli.
Nell’ambito della Festa dell’Alpeggio, sabato 18 settembre avrà luogo un convegno dedicato a “Il ruolo della donna in Alpeggio” organizzato in collaborazione con il polo UNIMONT dell’Università degli Studi di Milano.
Il convegno nasce come una presa d'atto del rapporto tra le donne e la montagna. Spesso di ausilio e di supporto agli uomini nell’organizzazione delle attività legate all’alpeggio ed alla transumanza.
Le donne sono indubbiamente un elemento cruciale nelle comunità Alpine e molto spesso si dice che “dove le donne se ne vanno, la montagna muore”, a conferma dell’importanza del ruolo femminile, di tramandare le tradizioni locali, culinarie, di costumi, e di leggende.
La montagna quindi vuol ripartire dagli alpeggi. Si tratta di un buon segnale che fa ben sperare circa il futuro non solo di tante produzioni tipiche ma dello stesso ambiente considerato il ruolo di salvaguardia e tutela che gli agricoltori e gli allevatori svolgono in zone disagiate come quelle di alta montagna.