Qui si produce l'omonimo vino che fu prima DOCG del Sud Italia (dal 1993), e che ancor oggi è uno dei grandi vini rossi dell'Italia meridionale. L'introduzione della coltivazione della vite in questo territorio è attribuita ai Greci ("Vitis Hellenica", importata dalla Macedonia). Il vitigno coltivato per eccellenza è l'Aglianico il cui nome, infatti, si fa derivare da "Ellenicum o Ellanicum", e Taurasi è l'antica Taurasia (distrutta dai romani nel lontano 180 a.C.).
Le origini del borgo medievale risalgono all'era Eneolitica e numerose sono le testimonianze archeologiche disseminate per tutto il territorio soprattutto a San Martino.
Numerose sono le Cappelle e i Palazzi storici presenti in tutta la città.
Il nome della città è in riferimento al Toro, l'animale condottiero della tribù dei Taurasi della stirpe dei Sanniti i quali giunsero dal Nord per occupare le province odierne di Avellino e Benevento che presero il nome di Campi Taurasini.
La superficie vitata iscritta alla Docg è di circa 1000 ettari, e sono identificate 4 sotto-aree le cui caratteristiche peculiari determinano vini assai diversi. A destra e sinistra del fiume Calore, la sotto-zona comprende i comuni di Montemiletto, Motefalcione, Lapio e San Mango sul Calore e l'ultima più a sud, nell'alta valle del Calore.