E’ già tempo di Carnevale a Castelvetere sul Calore (Avellino), uno degli eventi più suggestivi e colorati d’Irpinia. Il Carnevale Castelveterese ha già superato le 50 edizioni e la sua tradizione risale addirittura al 1683.
La tradizione nel Carnevale Castelveterese
Sin dall’inizio della storia del Carnevale, i gruppi mascherati (mascarate) davano il via alle feste carnevalesche, allegre comitive in genere composte da un pulcinella che faceva da capo (Capodaballo), addetto alla guida del gruppo, mentre i restanti componenti della compagnia chiamati pulicinielli o canevaletti erano vestiti come meglio potevano, indossando indumenti di ogni sorta, che accoppiavano nel modo più strambo che potevano, anche con camice da notte con cappelli di paglia e mantelli.
L’intero gruppo, accompagnato da suonatori chiamati “suoni”, per lo più erano composti da un suonatore di organetto, uno di ciaramella e uno di tamburo, ma potevano essere anche di più. Il gruppo, a ritmo di tarantella, cominciava a ballare vicino al falò nel proprio rione. Il gruppo mascherato del rione Piazza cominciava a ballare vicino al falò nei pressi del municipio, andando ad aggiungersi altri gruppi provenienti dai vari quartieri della fazione: San Giacomo, Cortina, Ripa e Portiello, per dare vita ad una grande tarantella che faceva tappa in tutti i quartieri vicino ai falò. Si dava così inizio alle “ostilità”, lanciando la sfida alla fazione antagonista, “Il Ponte” poi via Roma, che faceva la stessa cosa insieme ai quartieri interessati: Torre – Orticella – Prato – Streppara ecc.
La serata finiva quasi sempre in qualche casa del proprio rione, dove veniva preparata una pizza di granturco (ratinio). Finita la serata il gruppo si scioglieva con la promessa di ritrovarsi nelle domeniche che precedevano il Carnevale, in particolar modo il martedì di Carnevale, per la sfilata finale del gruppo del rione.