Verso Vinitaly
L’ambizione del Durello di Marcato

La stagione del mondo del Vino si prepara al principale appuntamento in Italia per il settore. Nelle prossime settimane (manca un mese all’apertura dell’edizione 2016 del Vinitaly) il vino italiano sarà al centro di molta divulgazione anche negli organi di informazione generalisti.

Con la fine dell’anno i media hanno già diffuso gli annuali dati sulla produzione del vino con i “classici” titoli sul fatto che l’Italia ha superato la Francia… che il Prosecco ha superato lo Champagne… e via dicendo.

 

Proprio nelle stesse settimane dove l’ormai usuale confronto a livello di produzione tra Prosecco e Champagne veniva portato all’attenzione del grande pubblico, sui Colli Berici si svolgeva un evento per addetti ai lavori dedicato ad un interessante confronto tra un altro vino spumante italiano (due a dire il vero) e il più blasonato Champagne. Si parlava in questo caso di spumanti prodotti col Metodo Classico, quindi in un contesto in cui il confronto col francese Champagne ha molto più senso di quanto non l’abbia col Prosecco, per quanto è bene chiarire che parlare di “champagne” italiano è sempre un errore!

La Doc di cui parliamo è quella del Lessini Durello, i vini italiani oggetto di degustazione il Lessini Durello e il Franciacorta.

 

 Durello Mon Amour Gianni Tessari 

L’occasione è stata creata dall’iniziativa di Gianni Tessari, dal 2013 alla guida di Marcato , una delle aziende storiche nella produzione di Lessini Durello Doc, col patrocinio del Consorzio tutela vino Lessini Durello.
L’idea era di mettere a confronto il Lessini Durello, specificatamente quello di Marcato, con altre due denominazioni di spumante metodo classico oggi certamente più note: Franciacorta (che è divenuto in pochi anni un vero riferimento nel consumo più popolare della bollicina italiana ottenuta col metodo classico) e Champagne.... leggi il resto dell'articolo»

 

Il Lessini Durello è un vino prodotto in un piccolo e particolare territorio. Si tratta della zona più meridionale e orientale della Lessinia, posto tra le province di Verona e Vicenza, e la sua particolarità viene dai suoli di origine vulcanica, tra cui spicca il monte Calvarina. I terreni sono composti da tufi e basalti, ricchi di ferro, magnesio e moltissimi altri micro-elementi che attraverso l'uva si trasferiscono al vino conferendogli una caratteristica sapidità minerale. Sapidità a cui si aggiunge la grande, quasi aggressiva, acidità dell’uva Durella, qui radicata in tempi lontanissimi, combinazione che si trasforma in un grande potenziale per la produzione di spumante rifermentato in bottiglia.

Non si tratta di un’uva semplice da lavorare e sono poche le aziende che ad oggi sono state in grado di raggiungere l’eccellenza del prodotto, e tra queste, appunto, c’è l’azienda Marcato di Roncà (VR).
Azienda assolutamente storica per la Doc Lessini Durello, ma che sulle bottiglie oggi in commercio vede la mano di Gianni Tessari ancora solo sulla selezione e sulle scelte in fase di sboccatura.

Ciò nonostante Tessari ha subito dimostrato di avere idee chiare su quale identità vuole dare al suo Lessini Durello, e l'evento oggetto del nostro racconto ne è la prova.

 

E' bene precisare che il confronto non aveva l’obiettivo di dar vita a una gara, ma di dimostrare che il Lessini Durello ha i titoli per venire considerato come alternativa di rango a vini oggi più noti, grazie ad un carattere ed una identità così ben definiti da non temere, in questo senso, neppure l’accostamento diretto allo Champagne.

L’incontro, ospitato dal Golf Club Colli Berici, e condotto da Nicola Frasson del Gambero Rosso, ha visto protagonisti due vini di Marcato, il Lessini Durello Marcato 36 mesi, e il Lessini Durello Marcato A.R. 2006, coi suoi quasi 10 anni di riposo sui lieviti, ciascuno a confronto con un campione di altri 4 vini, scelti dallo stesso Nicola Frasson, uno per la denominazione Franciacorta e 3 per lo Champagne.

 Lessini Durello Marcato AR

Ecco per la precisione i vini portati in degustazione:

Champagne Pol Roger Réserve
Champagne Gatinois Ay Grand Cru Brut Tradition
Champagne Billecart Salmon Brut Réserve
nel primo gruppo insieme al Franciacorta Enrico Gatti Brut
e
Champagne Egly-Ouriet Brut Tradition Gran Cru
Champagne Tarlan Zero 2008 Brut Nature
Champagne Philipponnat 2008 Blanc de Noirs Brut
insieme al Franciacorta Cabochon Brut Monte Rossa nel secondo gruppo.

 

Non siamo qui per ricostruire l’analisi fatta in quella sede per ciascuno dei vini degustati, ma per diffondere una piccola testimonianza sul fatto che il Lessini Durello tenuto a riposo per un tempo adeguato sui lieviti (5 anni e oltre per i prodotti più ricercati) è un vino spumante che sa spiccare per freschezza e sapidità minerale, per pulizia e definizione, anche quando messo a diretto confronto che altri prodotti di territori tra i più vocati al mondo per la produzione di spumanti. E’ stata opinione comune tra i qualificati presenti che in particolare l’A.R. 2006 abbia davvero saputo reggere il confronto con gli Champagne, selezionati tra prodotti tutt’altro che banali, come si può ben evincere dalle etichette prima menzionate.

 

La freschezza, donata dall’acidità spinta, non deriva peraltro da scelte di vendemmia precoce, ma dalle stesse caratteristiche dell’uva Durella, che anzi presenta il grande vantaggio di poter essere portata a maturazione completa, favorendo la qualità e la capacità di reggere tempi così lunghi a contatto coi lieviti.

Pulizia e definizione sono elementi che Gianni Tessari vuole esaltare intervenendo in modo misurato e attento in fase di sboccatura, con una scelta di dosaggio minimo. Inoltre, senza evidentemente assecondare il vantaggio economico nell’immediato, al Marcato A.R. sono state destinate solo le migliori annate e bottiglie. La produzione di A.R. (A.R. sta per Apertura Ritardata) varia, nelle annate in cui viene prodotto, tra le 6000 e le 8000 bottiglie.

 

Complessivamene la produzione di Lessini Durello, quantitativamente, è ancora ben distante dai numeri dello Champagne, che sono come si sa enormi, ma anche da quelli del Franciacorta. Si parla di circa 600 mila bottiglie di cui circa un terzo prodotte col Metodo Classico (è ammessa anche la produzione con metodo Charmat lungo e ci sono piccolissime produzioni di vino fermo), ma è un vino assolutamente “originale”, legato ad un vitigno autoctono e a un territorio dalle caratteristiche quanto mai peculiari.


Per questo è un prodotto di cui noi Italiani dovremmo essere orgogliosi e che dovrebbe essere scelto e meglio conosciuto, anche fuori dal territorio più prossimo alle zone di produzione, dove è storicamente apprezzato.

Per tutti coloro che ancora non lo conoscono, o non hanno provato le sue espressioni più ricercate, come il Marcato A.R., il suggerimento è quindi di andarlo a cercare, magari al prossimo Vinitaly, e di provarlo. Certamente gli amanti delle bollicine meno ruffiane, ma di carattere, non mancheranno di apprezzarlo se non addirittura di innamorarsene, mettendolo nella lista delle proprie bollicine preferite.

 

Per maggiori informazioni sul'Azienda Agricola Marcatowww.marcatovini.it