Enoturismo
Dal Maso e Vicenza: un viaggio enogastronomico

La Cantina Dal Maso di Selva di Montebello, al centro della zona classica del Gambellara Doc, ha organizzato una serata evento per celebrare il proprio rapporto non solo con la terra su cui da 150 anni nascono i vini della famiglia, ma anche con la cultura culinaria e la storia di Vicenza.
Nel titolo scelto per la serata, “Dal Maso e Vicenza: un viaggio enogastronomico”, sta tutto il senso della proposta che la famiglia Dal Maso e i suoi vini vogliono proporre per scoprire una terra che può conquistare anche gli enoturisti più esigenti.

Il racconto, e il viaggio, partono da una storia affascinante che ha saputo rinnovarsi per cinque generazioni, dal bisnonno Serafino, alla fine dell’800, fino all’attuale impegno di Nicola, enologo della cantina, Silvia ed Anna, impegnate principalmente nella promozione e commercializzazione del prodotto. I tre fratelli hanno raccolto il testimone di papà Luigino che per primo ha dato inizio alla trasformazione della cantina in senso più moderno e votato alla qualità .

Alla fine degli anni ‘90 si matura la decisione di fare un significativo investimento per completare la trasformazione della cantina da semplice luogo di produzione e stoccaggio dei vini, ad uno spazio accogliente e architettonicamente evocativo, in armonia col paesaggio e capace di esprimere un’idea di modernità e allo stesso tempo di attaccamento alla terra.

Cantina Dal Maso - Selva di Montebello (VI)

La cura e l’attenzione rivolta al consumatore privato che ama recarsi di persona in cantina per scegliere i vini e incontrare i produttori è davvero lodevole e per questo non possiamo che segnalare la Cantina Dal Maso come una tappa irrinunciabile per un itinerario enogastronomico alla scoperta di Vicenza e delle sue eccellenze. La scala a spirale in pietra che unisce i tre piani di cui si compone la struttura - la barricaia di sotto, la sala degustazione e shop aziendale a livello dell’ingresso, e il fruttaio al piano superiore - non mancherà di colpirvi, anche se la vera attrazione sono senza dubbio le 19 etichette che oggi l’azienda produce, tutte appartenenti alle due Doc dove l’azienda possiede i propri vigneti per un’estensione di circa 30 ettari. La Doc Gambellara per i vini bianchi, e la Doc Colli Berici per i vini rossi.

La barricaia dell'azienda Dal Maso

La gamma di vini, tutta di ottima qualità, grazie alla quale la cantina ha saputo conquistare molti estimatori nella provincia, in Italia ed anche all’estero (ormai quasi il 50% della produzione viene esportato) soddisfa le aspettative più diverse, sia per prezzi che per tipologia di consumo.

Pur senza sacrificare i vini, bianchi e rossi, creati con vitigni internazionali, comunque radicati in questi territori (come il Merlot e il Cabernet sui Colli Berici) oggi Dal Maso punta soprattutto sui prodotti autoctoni: la Garganega per la Doc Gambellara e il Tai rosso per la Doc Colli Berici.

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Con la Garganega, uva che si sposa particolarmente bene con il suolo di origine vulcanica caratteristico delle colline che circondano l’azienda, Dal Maso produce anche uno spumante Brut, ottenuto col metodo Charmat lungo (spumantizzazione in autoclave per circa 6 mesi).

E’ stato questo il primo vino servito nella degustazione prevista dalla serata ed è uno spumante capace di rivelare le note caratteristiche della garganega e la sapidità e mineralità conferita dal terreno vulcanico, con una freschezza esaltata nella sua versione spumante.


La degustazione è proseguita col Ca’ Fiscari, una cru di Gambellara classico, circa 4 ettari piantati dal bisnonno, con viti che oggi hanno circa 50 anni, terreno come detto vulcanico fatto di roccia nera basaltica e terra rocciosa più rossa, ricca di carbonato di calcio. L’annata 2014, nonostante le difficili condizioni meteo che l’hanno caratterizzata, si è rivelata decisamente più aromatica di quanto ci si aspetterebbe da una garganega, grazie alle più marcate escursioni termiche giorno notte.

 

Sul versante dei rossi sono state presentate tre diverse interpretazioni del Tai rosso dei Colli Berici. Alla serata era presente anche Andrea Monico, in rappresentanza del Consorzio Tutela Vini DOC Colli Berici e Vicenza e della Strada dei Vini dei Colli Berici, il quale ha sottolineato con orgoglio il progetto di comunicazione e di coordinamento che il Consorzio porta avanti oramai da qualche anno perché i vitigni autoctoni di queste colline, ed il Tai rosso in particolare, diventino i veri ambasciatori nel mondo della Doc Colli Berici, resistendo alla tentazione di seguire strade commercialmente più facili ed immediate.

 

La prima proposta di Tai rosso di dal Maso rispecchia la vinificazione più tradizionale che produce un viso rosso rubino molto scarico, qualcuno potrebbe confonderlo con un rosato infatti, capace di far spiccare i sentori caratteristici del vitigno, decisamente fruttati, come la ciliegia, la marasca e il lampone.
L’esaltazione di questi aromi è favorita dai terreni calcarei ’originanti dagli antichi fondali marini che hanno creato, una volta emersi, i Colli Berici.
Per questa interpretazione vengono utilizzate le uve delle viti piantate sui terreni più fertili, ed è l’unico vino rosso che si sposa benissimo col più tipico e noto dei piatti della gastronomia vicentina, ovvero il Bacalà. E’ un vino pensato per essere bevuto nell’annata e può accompagnare anche i salumi altrettanto tipici di queste zone (la Sopressa Dop su tutti).

La seconda interpretazione di Tai rosso proposta da Dal Maso, il Montemitorio rosso Igt Veneto, viene dalle vigne più vecchie (in media 30 anni), di un vigneto di circa 2 ettari. Ad oggi viene prodotto con una percentuale di Merlot e affinato in vasche di cemento per almeno 1 anno. L’annata in degustazione era il 2013 ed è un vino che può mantenersi bene per diversi anni.

La terza interpretazione di Tai rosso nasce dalla scommessa, condivisa con alcune cantine della Doc, di creare un vino rosso di caratura internazionale. Per Dal Maso si tratta del Colpizzarda, che prende il nome dal vigneto sopra il paese di Lonigo, che viene prodotto con uve vendemmiate molto mature (in genere dopo la metà di ottobre), vinificato con una macerazione a contatto con le bucce di circa 12 giorni, lasciato poi in vasche di cemento per svolgere la fermentazione malolattica e infine passato in barrique (di secondo o terzo passaggio) per 10 mesi.
Sono cinque le aziende della Doc Colli Berici ad avere creduto in quest’idea di Tai, capace di mantenere ancora delle note di frutta rossa, chiaramente molto più matura rispetto alla versione tradizionale, ma molto più complesso e ricco di sentori secondari e terziari derivanti dal contatto col legno e dalla sua evoluzione. Il vino servito nella serata era l’annata 2012, un vino di quasi 15 gradi alcolici e dal notevole estratto secco. Il Colpizzarda è prodotto in circa 15.000 bottiglie di cui una buona metà viene esportato.

 

La degustazione si è conclusa con un altro “classicissimo” di questa zona e una delle punte di eccellenza della produzione Dal Maso: il Recioto di Gambellara Classico Docg. Si tratta di un vino passito, vinificato dopo 6 mesi di appassimento in cassette nel fruttaio della cantina, la cui notevole acidità (9 gr litro) lo rende più adatto ad accompagnare formaggi stagionati o erborinati piuttosto che la pasticceria. L’acidità infatti ben bilancia il notevole contenuto zuccherino (165 gr/lt) evitando che una dolcezza altrimenti esuberante sovrasti in bocca quelle note di frutta esotica matura, frutta appassita e di miele che ci inebriano già al naso.

Cantina Dal Maso - Gambellara Classico 

Oltre ai vini della cantina che ci ospitava, la serata ha presentato diverse interpretazioni di prodotti tipici “km 0”. Non i soliti, per quanto significativi, e ben noti anche fuori provincia, come il Bacalà alla Vicentina, la Sopressa Dop e il formaggio Asiago o il Grana Padano Dop, ma altrettanto tipici ed anzi radicati in piccolissimi territori, come sono i De.Co. (Denominazione Comunale), seppure a volte poco noti anche ai locali, soprattutto tra le generazioni più giovani.


Nello specifico si è trattato della Verza di Montorso (paese limitrofo a Montebello, anch’esso compreso nella Doc Gambellara), della Trota dell’Alta Valle di Chiampo, del Capretto bianco di Gambellara, del formaggio Allevo di Altissimo (di latte della razza Burlina) e infine l’orzo e il riso di Bagnolo di Lonigo.

 

Chi ha saputo valorizzare questi prodotti in modi a volte aderenti alla tradizione, come nel caso della “verza in composta”, a volte in modi più originali (come la stessa verza utilizzata per un dessert in stile tarte tatin) è stato lo Chef Francesco del vicino ristorante La Marescialla (www.lamarescialla.it). Se non fosse per la straordinaria ricchezza di tradizioni enogastronomiche che tutta la nostra Penisola regala, sarebbe davvero stupefacente pensare come nell’arco di pochi chilometri, facilmente percorribili con una gita in bicicletta, si possano trovare specialità così diverse insieme ad una varietà (e qualità) di vini che nella provincia di Vicenza è davvero invidiabile.

 

Ma non finisce qui perché questa terra, Vicenza e la sua provincia, sono anche perle dal punto di vista storico, architettonico e artistico, basti pensare che il centro storico e le Ville Palladiane sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco

 

Per presentare questo aspetto dell’enoturismo Dal Maso ha invitato a parlare Daniela Zarpellon di Giravicenza (www.giravicenza.it) che aderisce al progetto WeTour, ovvero l’iniziativa di un gruppo di guide turistiche che propongono itinerari e iniziative per valorizzare il territorio vicentino, con proposte adatte a tutti, dalle famiglie, ai gruppi di enoturisti, fino ad aziende ed associazioni.

Anche in questo caso l’idea è di andare oltre i “classici”, le Ville Palladiane su tutti, per far scoprire luoghi meno noti, tra Vicenza, Bassano del Grappa e l’Altopiano di Asiago, ma altrettanto speciali. Il tutto potendo facilmente abbinare le visite in cantina e le degustazioni per costruire un’esperienza davvero completa per tutti i nostri sensi.

 

La bella stagione è alle porte, e la primavera da queste parti è davvero stupenda. Cosa aspettate quindi? Pianificate una bel week-end da queste parti, ovviamente servendovi anche le mappe e risorse che trovate su itinerarinelgusto.it.

 

Per i contatti della Cantina Dal Maso: vedi la scheda