Barolo

Barolo

Adagiato in una valletta protetta dai venti freddi, circondato da vigneti con sottozone famose, sorge Barolo, il paese che ha dato il nome all’omonimo vino nel secolo scorso quando dal suo castello partirono le botti per le corti italiane, per Venezia, Mantova per giungere sino alla corte del Re. La notorietà del paese è affidata, oltre che al vino, a Giulia Colbert di Maulevrier, moglie del marchese Carlo Tancredi Falletti ultimo erede di una dinastia di signori che tennero il feudo di Barolo dal ‘400 in poi, che donò tutto il suo ingente patrimonio ad opere benefiche alla sua morte nel 1864.

Oggi il castello comunale Falletti ospita il Museo del Vino (Wi.Mu.) inaugurato nel 2010. Il WIMU è un viaggio attraverso la cultura e la tradizione del vino.
Si parte dall’ultimo piano. Una discesa fra buio e luce, fra suono e colore, sopra e sotto le zolle di questo suolo miracoloso. Il clima, la terra, i tempi delle stagioni, i colori dell’autunno e i silenzi dell’inverno, la sapienza della mano. Il vino nella storia e nell’arte, in cucina e nel cinema, nella musica e nella letteratura, nei miti universali e nelle tradizioni locali.
Il WiMu è anche un omaggio alla storia del castello e ai personaggi illustri che lo hanno abitato. Gli ultimi marchesi di Barolo, Carlo Tancredi Falletti e la consorte Juliette Colbert, più nota come Giulia di Barolo ma anche il patriota Silvio Pellico, uno dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano, che qui fu bibliotecario e di cui è conservata intatta la camera-studio.
E dopo il vino evocato e narrato, ecco il vino da vivere e gustare. Si scende al Tempio dell’Enoturista dove si scatena la pienezza del piacere sensoriale: incontriamo il Barolo e i grandi vini che possiamo degustare da soli o sotto la guida di esperti. L’itinerario si conclude nel modo più appagante alla Enoteca Regionale del Barolo, rappresentativa degli 11 paesi del Barolo, sita nelle antiche cantine marchionali del castello che tennero a battesimo questo vino leggendario.

Di fronte al castello si trova la chiesa Parrocchiale che conserva la sua antica pianta romanica: all’interno, come testimoniano le lapidi esistenti, furono sepolti alcuni membri della casata marchionale.
Sulla collina di fronte al paese sorge il Castello della Volta, così chiamato in riferimento ad un crollo avvenuto all’inizio del 1300.
Dal sito del castello si gode l’affascinante vista di buona parte della zona di produzione del Barolo e verso oriente, il caratteristico susseguirsi parallelo delle colline di Langa.
Proseguendo in auto verso la frazione Vergne, piccola borgata divenuta famosa per aver affrescato le case con murales che ripropongono la vita e la tradizione contadina nel “Percorso della memoria” ci si può fermare nell’area comunale adiacente all’antico oratorio campestre di San Pietro delle Viole situato in una stupenda posizione panoramica sulla zona vitata del nebbiolo da barolo.

In via XXV Aprile si può ammirare un'installazione open air, il Barolo Wall, 100 m di Street Art ideata dall'Urban Artist Jargon e dallo stesso Comune di Barolo (Italia). Il Barolo Wall è una storia, un racconto per immagini, che vuol promuovere l'Eguaglianza, il Rispetto, il Cambiamento Sociale. Valori di grande importanza sempre ma particolarmente in questo momento. Le immagini sono state stampate su pannelli Forex® print ( 70x100 cm ) e fissate con speciali tasselli lungo la via XXV Aprile.
L'installazione è tutta all'aperto e per poterla osservare occorre percorrere il marciapiede di fronte alla muratura per circa 100 metri.

Immagine principale di Megan Mallen - Flickr: Piemonte, Italy, CC BY 2.0