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Pasqua: alla scoperta di sapori e tradizioni, regione per regione

Colomba, pastiera, torta pasqualina, focaccia dolce o salata...a Pasqua la tradizione si mette in tavola, profumando l’aria di ricordi e condivisione. Dopo il periodo di Quaresima, si torna a festeggiare con piatti che raccontano storie, territori e riti tramandati da generazioni. Un viaggio di sapori che unisce l’Italia da nord a sud.
La Colomba di Chef Giuseppe Gaglione de Le Méridien Visconti Rome

Pasqua non è solo una festa: è un invito a rallentare, a godersi il risveglio della natura e a ritrovare il piacere della convivialità. È il momento perfetto per scoprire paesaggi che si tingono di primavera, antichi riti che tornano a vivere nei borghi e ricette che parlano la lingua della memoria. Ogni regione ha il suo modo di celebrare: noi ti portiamo in un itinerario tra sapori, simboli e tradizioni che profumano di casa e di rinascita.

La Colomba Artigianale in Lombardia

Il nostro viaggio inizia in Lombardia, dove la regina indiscussa della tavola pasquale è la colomba artigianale. Nata a Milano negli anni '30, questo dolce iconico fu ideato da Dino Villani, brillante pubblicitario dell'azienda Motta, con l'intento di sfruttare gli stessi macchinari del panettone anche nel periodo pasquale. Il risultato fu un impasto simile, arricchito da scorze d'arancia candite e ricoperto da una glassa croccante alle mandorle, modellato nella caratteristica forma a colomba: simbolo di pace e rinascita.

Oggi la colomba è interpretata in mille varianti dai maestri pasticceri lombardi: classica, al cioccolato, ai canditi d'agrumi o impreziosita da ingredienti locali. Un dolce soffice e profumato che rappresenta un'eccellenza della tradizione dolciaria della regione. Accanto, non possono mancare le uova di cioccolato d'autore, vere opere d'arte firmate da cioccolatieri che uniscono estetica e gusto. Per esaltare i profumi della colomba, l'abbinamento ideale è con un calice di Moscato di Scanzo DOCG, prezioso passito rosso della bergamasca, dalle note intense di frutti rossi, spezie e rosa appassita.

La Focaccia Veneta

In Veneto, a Pasqua, non può mancare la tradizionale focaccia, anche conosciuta come "fugassa". Soffice, dorata e profumata, è uno dei dolci simbolo delle feste, nata come variante povera del più ricco panettone e divenuta nel tempo un dolce di grande valore affettivo e simbolico. Preparata con ingredienti semplici come farina, uova, burro e scorza d'agrumi, talvolta arricchita da una glassatura leggera o da una spolverata di granella di zucchero, la focaccia racchiude tutto il calore delle tavole venete durante le festività. Tradizione vuole che venga gustata la mattina di Pasqua, magari a colazione, accompagnata da un calice di vino dolce del territorio. Il Recioto di Soave o il Fior d'Arancio dei Colli Euganei DOCG, con le loro note aromatiche, floreali e leggermente mielate, sanno esaltare la delicatezza dell'impasto, completando l'esperienza con un tocco di raffinata armonia.

La Torta Pasqualina ligure

In Liguria, la Pasqua profuma di erbe fresche e sfoglia sottile: è il momento della tradizionale torta pasqualina. Nata tra le colline e il mare del territorio genovese, è un piatto simbolo della primavera e delle festività. Preparata con una base di pasta sfoglia tirata sottilissima – la tradizione vorrebbe ben 33 sfoglie, come gli anni di Cristo – racchiude un ripieno ricco e profumato a base di bietole o carciofi, uova intere, prescinsêua (una cagliata tipica genovese) o ricotta, parmigiano ed erbe aromatiche.... leggi il resto dell'articolo»

Torta Pasqualina

Simbolo di rinascita e abbondanza, la torta pasqualina è un perfetto esempio di cucina contadina che celebra i sapori semplici ma autentici. Per accompagnarla, si può scegliere un bianco fresco e minerale del territorio, come il Vermentino ligure, che con la sua sapidità ed eleganza esalta la delicatezza del piatto.

Fave fresche con pecorino, tra le tradizioni toscane di Pasqua

In Toscana, la Pasqua si celebra con sapori decisi e profumi rustici, in un perfetto equilibrio tra terra e tradizione. Protagonista del pranzo è l'agnello al forno, spesso insaporito con rosmarino, aglio e pepe nero, cotto lentamente per esaltarne la tenerezza e il gusto. Accanto, non può mancare la torta di Pasqua salata, un pane soffice e saporito, ricco di formaggi e uova, che viene servito come antipasto o per la colazione pasquale.

Ma è soprattutto durante la scampagnata del Lunedì dell'Angelo che si rinnova un rito antico e conviviale: quello delle fave fresche con pecorino toscano. Un abbinamento semplice, eppure perfetto, che racconta l'arrivo della primavera con gesti genuini e sapori inconfondibili. Questa usanza ha radici antiche: le fave, tra i primi legumi a maturare con la bella stagione, simboleggiano il risveglio della terra e la fertilità, mentre il pecorino rappresenta la sapienza pastorale e l'abbondanza del latte dopo i rigori invernali. In passato, questo binomio era anche un cibo povero ma nutriente, facile da portare durante le scampagnate, e si trasformava in un'occasione di festa collettiva all'aperto, sotto i primi tepori del sole primaverile.

Nelle Marche protagonista la Crescia di Pasqua

Nelle Marche, la Pasqua ha il profumo intenso del formaggio e il sapore generoso della norcineria locale. La protagonista della tavola è la crescia di Pasqua, un pane salato e soffice, arricchito con formaggi stagionati come pecorino e parmigiano, che sprigiona profumi irresistibili già in fase di cottura. Ogni famiglia ha la sua ricetta, tramandata da generazioni, ma tutte condividono lo stesso spirito di accoglienza e festa.

Perfetta se servita tiepida, la crescia si accompagna tradizionalmente con ciauscolo, il salume morbido e spalmabile che rappresenta una vera eccellenza del territorio marchigiano, insieme a uova sode e verdure di stagione. A rendere il tutto ancora più speciale, un calice di Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, fresco e sapido, che ben si sposa con la ricchezza del piatto e ne valorizza ogni sfumatura.

Campania: Pastiera e casatiello, tra sacro e profano

In Campania, la Pasqua è una celebrazione di sapori forti e memorie familiari. La pastiera napoletana, con la sua frolla dorata, il grano cotto, la ricotta e i profumi d'arancia e cannella, è un vero inno alla primavera. Nasce come dolce augurale e simbolico, e ancora oggi richiede tempo, pazienza e amore, elementi che la rendono speciale in ogni casa.

pastiera napoletana

Foto di Roberto DB da Pixabay

Sul versante salato, il casatiello è un rustico ricco e scenografico: un impasto lievitato ripieno di salumi e formaggi, sormontato da uova intere incastonate nella pasta.

La cucina partenopea non è mai disgiunta dalla ritualità. Per chi visita la regione in questo periodo, sono imperdibili le suggestive processioni del Venerdì Santo: quella di Procida, silenziosa e intensa, o quella di Sorrento, con le tuniche nere e bianche che sfilano di notte tra fiaccole e canti antichi.

Scarcella, uova e riti antichi in Puglia

La Pasqua in Puglia è un intreccio di dolcezza simbolica e devozione popolare. Il dolce tipico è la scarcella, una pasta frolla semplice ma ricca di significato, spesso modellata in forme di colomba, cuore o cestino, decorata con confettini colorati e un uovo sodo al centro, a rappresentare la rinascita. Ogni famiglia ha la sua versione, a volte arricchita con marmellate o glassa, sempre realizzata con cura per essere donata come augurio.

Accanto alle specialità gastronomiche, la regione custodisce riti antichi di rara bellezza. Le processioni del Venerdì Santo a Taranto e Gallipoli sono tra le più intense: lente, solenni, percorrono i centri storici accompagnate da musiche struggenti e partecipazione collettiva. Un'esperienza emozionante che unisce sacro e profano nel cuore della Settimana Santa.

In Basilicata con il Pane di Pasqua e l'agnello alla lucana

In Basilicata, la Pasqua si racconta attraverso il calore del forno e i profumi delle erbe di montagna. Il pane di Pasqua è un pane speciale, spesso a forma di treccia o di ciambella, decorato a mano con motivi simbolici e, in alcune aree, arricchito da un uovo sodo intrecciato nell'impasto. A tavola, il protagonista è l'agnello alla lucana, cotto lentamente al forno con patate, aromi locali e a volte con l'aggiunta di uova sbattute e formaggio, in una combinazione rustica e sostanziosa.

Il periodo pasquale è anche un'occasione perfetta per scoprire il territorio: dai Sassi di Matera, che sembrano risuonare di storie bibliche, ai piccoli borghi del Parco del Pollino, dove la natura e le tradizioni si incontrano in un paesaggio di grande suggestione.

In Sicilia con agnello, cassate e riti barocchi

In Sicilia, la Pasqua è una festa che coinvolge tutti i sensi, tra cucina sontuosa e riti che affondano le radici nella tradizione contadina e religiosa. Sulle tavole non manca mai l'agnello – spesso cucinato al forno con aromi mediterranei – ma anche nella versione dolce, come l'agnello pasquale di pasta di mandorla o di marzapane, ripieno di pistacchi. A chiudere il pranzo, la cassata siciliana: un trionfo di ricotta, frutta candita, pan di Spagna e glassa, simbolo di abbondanza e festa.

cassata siciliana

Crediti Valentina Locatelli by Unsplash

Le celebrazioni pasquali qui si trasformano in spettacolo. Da non perdere la Settimana Santa di Enna, tra le più scenografiche d'Italia, o la Processione dei Misteri di Trapani, un corteo lungo 24 ore che attraversa la città tra emozione, arte e devozione. Un'esperienza intensa, che racconta l'anima barocca della Sicilia.

Sardegna: su coccoi cun s'ou e tradizioni millenarie

In Sardegna, la Pasqua profuma di pane e di gesti antichi. Tra le preparazioni più simboliche spicca il "su coccoi cun s'ou", un pane artistico, decorato a mano, che racchiude al centro un uovo sodo: dono augurale e omaggio alla primavera. Ogni zona ha la sua variante, con forme che richiamano fiori, colombe o figure religiose, realizzate con maestria dalle donne del paese.

Accanto ai pani rituali, la tavola si arricchisce di piatti come l'agnello in umido con carciofi, i culurgiones (in alcune aree con ripieni pasquali), e dolci come le pardulas, piccole tortine di ricotta e agrumi. Il tutto accompagnato dai profumi intensi del Cannonau o del Vermentino di Gallura. Suggestive anche le tradizioni religiose, come "S'Incontru", il rito dell'incontro tra le statue del Cristo Risorto e della Madonna che si celebra in tanti paesi dell'isola, tra commozione e festa.

Quali sono gli eventi da non perdere per vivere i Riti Pasquali?

Ogni tappa di questo itinerario è un piccolo viaggio tra tradizioni, convivialità e cucina sincera. E proprio come accade a tavola, anche le piazze e i borghi si animano di riti, colori ed eventi che raccontano la Pasqua in tutta la sua ricchezza. Se vuoi sapere cosa succede nei prossimi giorni, dai un'occhiata alla lista delle sagre: potrai avere informazioni su la Sagra e Palio dell'Uovo a Tredozio (FC), la Mostra Mercato di Pasqua a Città della Pieve (PG), il Palio del Recioto e Amarone a Negrar di Valpolicella, la Sagra di Pasqua e Pasquetta a Senago (MI) e i Riti della Settimana Santa Nojana (BA).

Ricetta delle Colomba Classica - Chef Giuseppe Gaglione, Le Méridien Visconti Rome

Per concludere questo viaggio tra i sapori della Pasqua, non potevamo che lasciarti con una ricetta speciale. Abbiamo scelto quella della colomba classica firmata dallo chef Giuseppe Gaglione del ristorante de Le Méridien Visconti Rome: un dolce che racchiude tutta la tradizione in una versione d'autore.

Colomba Pasquale

La Colomba di chef Giuseppe Gaglione

Ingredienti per Colomba da 1kg
Primo impasto:
⁠325 gr di farina forte (con almeno 18 gr di proteine per kg)
165 ml di acqua
⁠50 gr di burro
⁠10 gr di zucchero semolato
150 gr di lievito madre (oppure 5 gr di lievito di birra secco)
Secondo impasto:
250 gr di farina forte
100 gr di burro a cubetti freddo
50 gr di zucchero semolato
5 gr di sale
Altri ingredienti:
120 gr di tuorlo d'uovo
1 bacca di vaniglia
30 gr di uva sultanina
75 gr di cedro
q.b. mandorle
q.b. zucchero semolato
Glassa:
50 gr di bianco d'uovo
150 gr di farina di mandorle
50 gr di zucchero semolato

PROCEDIMENTO
Cominciare mettendo la farina a fontana con lo zucchero e il lievito, dopo di che aggiungere poco per volta l'acqua ed il burro pomata. Impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo (questo impasto deve triplicare di volume). Una volta che l'impasto è triplicato, inserire in una impastatrice l'altra farina forte, lo zucchero semolato, il sale del cosiddetto secondo impasto e lasciar girare a bassa velocità per qualche minuto. A questo punto aggiungere a filo il tuorlo d'uovo, la vaniglia, l'uva sultanina, il cedro e farlo girare piano per almeno 15 minuti. Quando l'impasto comincia a staccarsi delle pareti, aggiungere il burro freddo a cubetti un po' alla volta. Una volta che anche in questo caso si è ottenuto un impasto liscio e omogeneo toglierlo dall'impastatrice e metterlo nel caratteristico stampo a forma di colomba, coprirlo con una pellicola, e farlo triplicare ancora di volume. Una volta triplicato di volume glassarlo con la glassa di bianco d'uovo, farina di mandorle e zucchero semolato. Aggiungere poi anche le mandorle e la granella di zucchero. Cucinarela colomba a 160 ° per 55 minuti. Una volta cotta, metterla "a testa in giù" sospesa con degli spilloni per farla freddare. Consumare quando si sarà raffreddata.



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