Quel Monferrato che non ti aspetti, tra ricerca dell’oro, trekking, equitazione e luoghi incontaminati. Parola d’ordine: into the wild! Per un’estate “distanziata”, sicura e serena. E tre date agostane tra natura e borghi.
Alessandria, 9-7-2020 - Cercare l’oro col setaccio come nella miglior tradizione old wild west (e portarsi a casa il bottino)? Esplorare canyon, calanchi e strette gole al suono delle rapide del fiume? Camminare nella natura incontaminata sotto al volo dell’aquila migratrice alla scoperta di laghi nascosti? E tutto questo…non nel Klondike ma nel sud del Piemonte, in provincia di Alessandria? Si può.
Mai come in questo momento la chiave di una ritrovata serenità arriva dalla scoperta di luoghi veramente incontaminati e spesso poco conosciuti, al ritmo del proprio respiro, unendo la bellezza della natura ad esperienze dirette e di emozione profonda. Quando si pensa al Monferrato, di solito le immagini che vengono d’istinto alla mente sono di colline dalle forme morbide e vitate e in effetti la zona che ha anche avuto la designazione a Patrimonio Unesco, nella parte settentrionale della provincia di Alessandria, ha queste affascinanti caratteristiche.
Tuttavia c’è un altro Monferrato, sull’Appennino piemontese al confine con la Liguria - a un’ora di auto da Torino, Milano e Genova - sorprendentemente wild, per la suggestività dei suoi luoghi, tra borghi, castelli e paesaggi incontaminati che, in un incontro raro tra ambienti mediterranei e montani, è un vero paradiso per chi ama natura selvaggia e attività outdoor, anche tra le più inaspettate, come la possibilità di cercare l’oro nel fiume. Siamo nell’Alto Monferrato, nella zona dell’ovadese, nota per il suo vino docg Dolcetto e i suoi diciannove castelli a presidio di altrettanti fascinosi borghi) ed ecco qualche spunto di destinazione per weekend lunghi o scelta di vacanza, unibili anche in un percorso a tappe per cogliere il meglio di ogni angolo di questo territorio.
La cerca dell’oro: dal Gorzente all’Orba, è l’oro in comune
Si dice che la presenza di sabbie aurifere nei fiumi del territorio fosse, già in antichità, sancita dalla presenza delle lettere “or” nei nomi dei fiumi locali, come ad esempio il Gorzente, che nasce nel Parco delle Capanne di Marcarolo o l’Orba, piu a valle. Le acque di questi torrenti portano a valle tracce di oro alluvionale, risalente al quaternario, durante il periodo delle glaciazioni e pochi sanno che già nel primo millennio a.C. la ricerca dell’oro era già praticata setacciando il fiume, ma i romani ne fecero una vera e propria attività organizzata tanto che furono fondati due insediamenti: la Rondinaria (vicino a Ovada) e la Rondinella, in prossimità della attuale Casal Cermelli (attività mai terminata sia in medioevo che nei secoli successivi, sino a una estrazione semi industriale nel ‘900).
Ecco perché partiamo da qui, a Casal Cermelli, a fondo valle, con un percorso a ritroso rispetto alla vita del fiume, per l’esperienza unica e certo indimenticabile della “cerca” , non solo per intrepidi e solitari cercatori, ma anche per famiglie (l’esperienza diretta dei ragazzi è consigliata dai 12 anni). Qui si trova infatti, l’unica area autorizzata per la ricerca dell’oro a scopo amatoriale scientifico e didattico, da parte della Regione Piemonte, proprio per la tradizione antichissima di questa attività e gestita presso la Cascina Merlanetta, azienda agricola a conduzione biologica nonché fattoria didattica affacciata sulla sponda sinistra del torrente Orba che si trova in zona SIC (sito di importanza comunitaria) e nella “riserva naturale speciale del torrente Orba”. Innanzitutto qui si trova il Museo dell’oro, una area espositiva che racchiude antichi strumenti del mestiere, reperti anche risalenti all’età romana, manufatti, oggetti e documenti legati alla cerca dell’oro.... leggi il resto dell'articolo»
E di solito Daniele Cermelli parte da qui per introdurre la tematica, per poi addentrarsi nella illustrazione delle tecniche di ricerca, con prime prove pratiche dirette, sotto la sua supervisione, sino all’esperienza vera e propria: si va al fiume! Dotazione (messa a disposizione in loco): stivaloni, secchi, pale, canalette e piatti da cerca. Adesso è ora di passare dalla teoria alla pratica. E il divertimento inizia (sempre sotto al supervisione dei responsabili che indicano anche i punti più adatti in cui fermarsi a cercare, normalmente le anse interne ove si deposita il metallo durante le piene). La sabbia raccolta con la pala si fa scorrere sull’asse scanalata e si procede con la sciacquatura, muovendo il piatto con lenti movimenti circolari. Setacciando, lavando e rifinendo la sabbia, eliminate tutte le impurità … e l’emozione di scorgere a occhio nudo le pagliuzze dorate è indescrivibile, quanto quella di portarsi a casa i grammi di oro puro al 92 per cento trovati con le proprie mani. In una giornata si può trovare un grammo di oro , i più bravi anche sino a due! Per costi, prenotazioni (anche poche ore prima dell’arrivo) e info pratiche www.cascinamerlanetta.it. La cascina offre anche servizio di sola ospitalità in un appartamento dotato di cucina e di ogni altro confort ed inoltre ha realizzato una area sosta per 12 camper dotata di tutti i servizi compresi locali doccia e lavanderia, il tutto nel rilassante spazio tra natura e fiume. in una atmosfera di assoluta quiete. (Cascina Merlanetta - Via Ovada, 42 - 15072 Casal Cermelli (AL) -
Risalire alla fonte. Le Capanne di Marcarolo
Il fiume Gorzente, quello che porta l’oro al fiume Piota e poi all’ Orba, a valle, nasce in un luogo incontaminato e dalla natura spettacolare: il Parco delle Capanne di Marcarolo (da 335 a 1172 metri s.l.m.) che, sebbene, dal punto di vista amministrativo ricada interamente nel Piemonte (splendidi i borghi di Bosio, Casaleggio Boiro, Lerma, Mornese, Tagliolo Monferrato e Voltaggio) mantiene legami indissolubili - storici, culturali ed ambientali- con l'entroterra ligure e genovese in particolare. Una splendida contaminazione nell’enogastronomia, nell’architettura dei borghi e persino nell’accento degli abitanti. E anche la flora alpina e mediterranea convivono spesso con esemplari di piante rare che offrono fioriture emozionanti, cosi come in autunno l’incanto è dato dai colori dei boschi di faggio, di castagno o di rovere. Per la fauna, ricchissima, vista la dimensione incontaminata, non si può non menzionare il biancone, aquila migratrice che nidifica nel Parco ed è anche il simbolo dell’area protetta.
Paradiso degli amanti della natura e degli sport all’ aperto, il Parco delle Capanne è al suo meglio dalla primavera all’autunno quando diviene il regno di ogni tipo di attività outdoor: dal trekking all’equitazione, al bike. 9 punti di arrivo del traffico motorizzato e 15 bacheche informative sono il punto di avvio dell’esperienza alle Capanne. 150 km di sentiero (stima), 23 sentieri escursionistici, soddisfano le esigenze di tutti, dalla famigliola con bambini con sentieri didattici come il “Sentiero Naturalistico Lavagnina” (SNL) (all’escursionista più esigente che può fare il “Sentiero dei laghi del Gorzente”: 15 km immersi nella natura dell’Appennino piemontese tra boschi e praterie incontaminate in cui sopravvivono piante e animali altrove estinti; torrenti di acqua limpidissima, che scorrono incassati tra pareti ripide e scoscese; profumi di essenze alpine e mediterranee, che si mescolano inebrianti in queste montagne a ridosso del mare. E poi, paradiso non solo per il bike con la possibilità di fruizione in mtb e la possibilità di noleggio di bici a pedalata assistita (punti noleggio Capanne di Marcarolo - Casaleggio Boiro e Gavi - referente Hobby Bici 3939330687), ma anche per chi ama il trekking a cavallo, per i quali ci sono parecchi maneggi che organizzano escursioni. Inoltre aree pic nic e baite con ristorazione tipica rendono il soggiorno perfetto anche per le famiglie. Dal punto vista paesaggistico consigliamo le perlustrazioni lungo il fiume Gorzente ma anche del Lemme, il Piota e lo Stura, tra canyon, gole e spiaggette o fare escursioni ai laghi della Lavagnina e ai laghi del Gorzente, dove l’azzurro delle acque si fonde con quello del cielo, in una dimensione fuori dal tempo.
Altri spunti di visita: l’Ecomuseo Cascina Moglioni con un percorso multimediale, l’orto didattico e il frutteto collezione, le antiche stalle, i castagni secolari, il laboratorio con gli attrezzi da lavoro e il Teatro della Natura, dove vengono organizzati concerti e spettacoli nel periodo estivo.
Da qui inoltre dipartono moltissimi degli itinerari sia storico culturali che naturalistici.
Il santuario della Benedicta. E’ struggente e denso di pace al contempo questo luogo nel cuore del Parco, che ricorda, nel silenzio e nei colori del bosco, l’eccidio dell’aprile del 1944 di 147 partigiani, per lo più giovanissimi, obbligati a scavare le proprie fosse accanto al cascinale della Benedicta , convento benedettino dal medioevo, centro di proprietà terriera degli Spinola in età moderna e poi sede del comando partigiano della III Brigata Liguria, sino alla distruzione a mano dei fascisti. Nel 1996 il presidente della Repubblica ha conferito alla provincia di Alessandria la medaglia d’oro al valore per l’attività partigiana, con motivazione che riferisce all’eccidio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza italiana. Per informazioni http://www.areeprotetteappenninopiemontese.it e www.alexala.it
E nel wild il borgo dell’emozione: Voltaggio
(con sentiero per il Monte Tobbio)
Unire natura, trekking e la dimensione del borgo incastonato nell’area del Parco delle Capanne di Marcarolo? Voltaggio è sosta imperdibile per gli amanti del buon vivere e del bello, oltre che punto di partenza per un sentiero da trekking d’estate verso il Monte Tobbio. Di influenza ligure evidentissima, un suggestivo ponte romano a schiena d’ asino che si staglia sullo skyline delle case colorate, Voltaggio è davvero una chicca che nasconde altre chicche inaspettate e che sorprendono, come il complesso conventuale dei Cappuccini di Voltaggio - secolo XVI- che ospita una Pinacoteca con quadreria del 600 genovese straordinaria. Inoltre, nel borgo c’ è l’unico quadro che raffigura Dante, inserito per la provincia di Alessandria nelle celebrazioni nazionali dantesche del 2021. Si trova nella Sala del Consiglio Comunale, attribuito al Marchese Del Maino Sforza e raffigura Dante Alighieri che spiega la divina commedia a Frate Ilario ( metà secolo XIX). Tecnica: Olio su tela. Ma non di sola arte vive l’uomo…per gli amanti dei sapori e del vintage…immancabile la visita al panificio Carrosio, ove dal 1898 si avvicendano le generazioni, usando lo stesso lievito madre che si rigenera, per produzione di pane e focacce di ogni tipo e dei famosi amaretti morbidi di Voltaggio: il laboratorio è un salto indietro negli anni cinquanta, con forno e mobili originali. E per una idea di trekking estivo, da Voltaggio, muniti di scarponi e attrezzatura adatta, parte ( da piazza Ferrari) un sentiero (Segnavia Cai 403) che , in otto km, porta al Monte Tobbio ( 1092 metri), tra castagni, faggeti, punti panoramici e full immersion nel wild.
Eventi nella natura!
Tre date agostane da segnarsi, dove a far spettacolo non è solo la natura: tre tappe del Festival Attraverso, si tengono proprio in questi luoghi incontaminati (calendario completo su www.attraversofestival.it)
Gli accessi stradali principali per le Capanne di Marcarolo sono costituiti dalle e Genova-Milano (A7) (Milano-Genova) uscita Serravalle Scrivia (AL); proseguire in direzione Gavi,Bosio, Mornese. Tra Bosio e Mornese deviazione per Capanne di Marcarolo (S.P.165) oppure uscita Serravalle Scrivia proseguendo in direzione Gavi, Voltaggio. A Voltaggio deviazione per Capanne di Marcarolo (S.P.166). O altrimenti, A26 (Gravellona–Genova) uscita Masone (GE); proseguire per Campo Ligure (GE); a Campo Ligure deviazione per Capanne di Marcarolo (S.P.69)