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Erbe spontanee commestibili di primavera: piccoli tesori della natura da nord a sud

C'è un patrimonio nascosto nei prati, lungo i sentieri e tra le pieghe delle colline italiane. Non si trova sugli scaffali dei supermercati, né viene coltivato nei campi: cresce libero, spontaneo, spesso sotto i nostri occhi distratti. È il mondo delle erbe selvatiche primaverili, un universo antico che parla la lingua della tradizione contadina, della cucina povera, della conoscenza del territorio. Oggi, queste erbe stanno vivendo una seconda giovinezza, riscoperte da chef, appassionati di foraging e amanti della cucina naturale.
Foto di congerdesign da Pixabay

Nelle righe seguenti scoprirai alcune tra le più conosciute (e deliziose) erbe spontanee commestibili di primavera, ti racconteremo non solo il gusto, ma anche dove trovarle e come possono essere utilizzati questi piccoli tesori verdi.

Tarassaco: il dente di leone dai mille usi

Fiori di Tarassaco

Fiori di Tarassaco - Foto di ivabalk da Pixabay

Dove cresce: prati, pascoli e campi incolti in tutta Italia, fino ai 2000 metri d'altitudine.

Un'erba semplice, mille virtù: il tarassaco è forse la più famosa tra le erbe spontanee. Lo riconosci facilmente per i suoi fiori gialli e per i soffioni che i bambini si divertono a soffiare. Ma dietro questa semplicità si cela un'erba dalle mille virtù: depurativa, diuretica e ricca di vitamine. Le foglie giovani sono ottime crude in insalata, mentre quelle più grandi si usano cotte, in frittate o risotti. I boccioli si conservano sott'olio o si usano come "capperi selvatici", e dai fiori si può ottenere un delizioso sciroppo simile al miele.

Questa pianta è conosciuta con nomi diversi: dente di leone, dente di cane, soffione, girasole dei prati. In Val di Non è chiamata Zìcoria e viene celebrata tra fine aprile e inizo maggio con la rassegna Zicoria FestiVal di Sole.

Ortica: l'erba urticante dal cuore buono

Ortica... leggi il resto dell'articolo»

Foto di Michael Schwarzenberger da Pixabay

Dove cresce: ovunque, preferibilmente in zone umide e ombrose, vicino a fossi, siepi e vecchi ruderi.

Un concentrato di energia verde: temuta per il suo pizzicore, l'ortica è in realtà una delle piante più nutrienti che la natura ci offra, ricchissima di ferro, calcio e clorofilla.

Dalla stoffa al piatto: è perfetta per zuppe, risotti, frittate e gnocchi. In passato veniva usata anche per tessere stoffe, e oggi la ritroviamo nei menù di ristoranti attenti al benessere e alla sostenibilità. Una volta sbollentata, perde del tutto il suo potere urticante.

All'ortica viene dedicato nel mese di giugno un evento che si svolge a Marola, frazione del comune di Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza: la Sagra dell'Ortica.

Silene vulgaris: il gusto delicato dei carlettiSilene vulgaris

Foto di Manfred Richter da Pixabay

Dove cresce: nei campi e ai margini dei sentieri, soprattutto nel Nord e Centro Italia.

Un nome per ogni regione, una bontà per tutti: conosciuta come sclopit in Friuli, carletti in Veneto, sciopet in Lombardia, questa piantina dai teneri germogli è tra le più amate della primavera.

Usi e proprietà: le sue foglioline, carnose e leggermente dolci, si usano per ripieni di tortelli, risotti, minestre e torte salate. Ha un gusto delicato e una consistenza piacevole che conquista al primo assaggio. È ricca di vitamina C, fenoli e sali minerali, ha inoltre ottime proprietà antiossidanti, nutritive, emollienti e depurative.

Aglio orsino: il profumo selvatico del sottobosco

Aglio orsino

Foto di WikimediaImages da Pixabay

Dove cresce: nei boschi umidi e ombrosi del Nord e dell'Appennino centrale, in particolare in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Toscana e Marche.

Un'aroma che sorprende e conquista: l'aglio orsino è una delle scoperte più sorprendenti del foraging primaverile. Le sue foglie larghe e morbide, dal profumo inconfondibile, ricordano l'aglio ma con una nota più verde e meno invasiva. È perfetto per un pesto profumato, per insaporire zuppe, torte salate o da aggiungere a pane e focacce.
Ha proprietà antibiotiche e antimicotiche ed è ricco di vitamine e minerali. 

Curiosità: il nome deriva dalla leggenda che vede gli orsi cibarsene appena usciti dal letargo. Questa pianta tenace è totalmente commestibile tanto da poter essere considerata una versione "vegetale" del maiale, di cui non si butta via niente.

Slow Food delle valli della Bormida da alcuni anni celbra questa straordinaria pianta attraverso un evento: la Festa dell'Aglio Orsino a Cengio Rocchetta, in provincia di Savona.

Cicoria selvatica: l'amara che fa bene

Cicoria selvatica

Foto di Jan Haerer da Pixabay

Dove cresce: prati e campi incolti, lungo i bordi delle strade, in tutta Italia.

La campagna nel piatto: la cicoria è un classico della cucina popolare italiana, soprattutto al Centro e Sud. Le foglie più giovani sono ottime crude, mentre quelle più grandi si lessano e si ripassano in padella con aglio e peperoncino.

Un'amarezza che cura: il suo gusto amaro stimola la digestione e depura il fegato. Una pianta da riscoprire, che parla di umiltà e sapienza contadina.

Borragine: il fiore che si mangia (con moderazione)

Borragine

Foto di heisabe da Pixabay

Dove cresce: incolti e bordi di campi, dal Nord al Sud, in particolare in Liguria, Toscana e Sardegna.

In cucina: con i suoi fiori blu intensi, la borragine è una delle erbe spontanee più belle e scenografiche. Ma anche buonissima! Le foglie, leggermente pelose, si usano in minestre, ripieni per ravioli, frittelle e persino nei dolci. I fiori sono commestibili e decorano piatti e insalate con un tocco elegante.


Attenzione alla dose: da consumare con moderazione, meglio se cotta, perché contiene alcaloidi potenzialmente dannosi per il fegato in grandi quantità. Ha comunque proprietà lenitive e antinfiammatorie ed è una delle erbe più amate nella cucina tradizionale di molte regioni.

Finocchietto selvatico: l'anima aromatica del Sud

finocchietto selvatico

Foto di Yolanda Coervers da Pixabay

Dove cresce: lungo le coste e nei terreni aridi del Centro e Sud Italia, Sicilia in primis.

Un aroma perfetto in cucina: impossibile confonderlo: il finocchietto selvatico profuma intensamente di anice e richiama subito i piatti della tradizione siciliana, come la celebre pasta con le sarde.

Un tesoro da usare tutto l'anno: si usano i germogli e le foglie più tenere, ma anche i semi essiccati, in insaccati, pane e conserve. È un'erba che racchiude tutto il calore e la solarità del Mediterraneo.

Questo prodotto è celebrato a Blufi, in provincia di Palermo, con la Sagra del Finocchietto Selvatico, in programma ogni seconda domenica di maggio.

Piantaggine: umile ma prodigiosaPiantaggine

Foto di cornelinux da Pixabay

Dove cresce: prati e sentieri in tutta Italia.

Una piccola guaritrice: spesso calpestata e ignorata, la piantaggine è una pianta dalle foglie ovali o lanceolate ricchissime di mucillagini, perfette per lenire tosse e infiammazioni.

Dimenticata in natura, preziosa in cucina: si usano le foglie più giovani, in insalata o saltate. È un'erba poco nota ma molto utile, sia come alimento sia come rimedio naturale.

Raccogliere sì, ma con rispetto

Il mondo delle erbe spontanee è affascinante, ma va affrontato con responsabilità. È importante:

  • Raccogliere solo ciò che si conosce con certezza.
  • Evitare zone inquinate o trattate con pesticidi.
  • Non strappare l'intera pianta, ma solo qualche foglia per volta.
  • Rispettare i regolamenti locali, in alcune aree la raccolta è vietata o limitata.

Le erbe spontanee non sono solo cibo: sono memoria, cultura, biodiversità. Sono l'Italia che cammina nei campi e torna a casa con un mazzetto verde tra le mani. Sono ricette tramandate a voce, saperi che non si leggono sui libri ma si assaporano in cucina.

Che tu le conosca già o le stia scoprendo ora, concediti il piacere di questa esplorazione gastronomica: ti sorprenderà quanto può raccontare una semplice foglia raccolta al bordo di un sentiero.



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